Itinerario in Vallemaggia tra borghi e cascate
ilItinerario alla scoperta della Vallemaggia che, con i suoi borghi ricchi di storia e le spettacolari cascate, è una delle valli più affascinanti e magiche del Canton Ticino.
La Vallemaggia è la valle più ampia del Canton Ticino e comprende la porzione di territorio che si estende per circa 50 km tra Locarno e il Lago Maggiore.
È un’area di grande suggestione, che incanta per i suoi pittoreschi villaggi, per la frescura dei grotti in cui gustare i piatti della tradizione ticinese, per i boschi di faggi e castagni che in autunno si tingono di mille colori e per i suoi fiumi che dalle montagne solcano la valle formando meravigliose cascate.
A darle il nome è proprio uno di questi fiumi, la Maggia, che nasce sotto il Pizzo Cristallina per sfociare nel Lago Maggiore, ad Ascona. Il suo incessante scorrere ha modellato il paesaggio, determinando la conformazione di questa valle e originando formazioni naturali straordinarie come le marmitte dei giganti e la gola di granito all’imboccatura della valle, a Ponte Brolla.
Accanto al fiume, la natura selvaggia la rende un vero paradiso per gli escursionisti, che qui possono venire tutto l’anno.
La Vallemaggia comprende anche tre importanti valli laterali, Rovana, Lavizzara e Bavona, e altre valli minori, tra cui la Valle di Lodano, habitat di piante e animali rari e caratterizzata da antiche faggete che, nel 2021, le hanno valso l’iscrizione al Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.
Data la varietà dei suoi paesaggi e il gran numero di incantevoli villaggi servirebbero settimane per visitarla tutta. Io ci sono stata in giornata e per questo ho preferito concentrarmi su una sola zona, lasciandomi guidare dal corso del suo fiume principale, la Maggia. In questo articolo troverete, quindi, un itinerario di un giorno che comprende la visita di alcuni (e preciso solo alcuni!) dei principali luoghi di interesse compresi tra l’imbocco della valle principale e la Valle Lavizzara. Di seguito trovate una mappa della Vallemaggia e delle sue valli laterali per aiutarvi a capirne la conformazione.
Ecco cosa troverai in questo articolo:
L’orrido di Ponte Brolla
Prima tappa di questo itinerario di un giorno in Vallemaggia è Ponte Brolla, un quartiere del Comune di Locarno in cui è presente anche una fermata della stazione delle Ferrovie Autolinee Regionali Ticinesi e della Vigezzina-Centovalli, che sicuramente conoscerete come il Treno del Foliage.
Ponte Brolla deve la sua fama al suo orrido e alle marmitte dei giganti scavate nei secoli dal potente scorrere della Maggia, il fiume che attraversa l’intera valle.
È una località molto frequentata, nota per i numerosi grotti in cui è piacevole fermarsi per una pausa gustosa e, nei mesi estivi, per le bellissime spiagge fluviali che si incontrano lungo le rive e le spettacolari pozze d’acqua cristallina.
Qui, i più spericolati possono tuffarsi dalle alte pareti della gola o camminare in equilibrio sulle corde tese tra le rocce, ma vale la pensa andarci anche solo per farsi una nuotata e prendere il sole sulle rive.
Noi, purtroppo, non siamo riusciti a fermarci perché non abbiamo trovato parcheggio; oltretutto il clima autunnale, per quanto mite, non si prestava alle attività acquatiche, quindi abbiamo preferito proseguire senza perdere troppo tempo nella ricerca.
Sembra, però, un posto fantastico e molto divertente, quindi vi suggerisco di farci una sosta.
Il borgo di Avegno
Da Ponte Brolla si prosegue in auto lungo la strada che si addentra nella valle costeggiando il fiume, fino ad incontrare, dopo pochi minuti, Avegno, il primo dei tanti e incantevoli borghi che caratterizzano la Vallemaggia.
Insignito nel 1982 del premio Wakker “per la tutela esemplare dell’aspetto architettonico locale”, è un piccolo gioiello che invoglia a passeggiare tra le sue viuzze acciottolate alla scoperta di ogni suo angolo.
Il paesino è costituito da tre quartieri: Gésgia (Avegno di mezzo), Vinzott (Avegno di fuori) e Lüdint (Avegno di dentro), un tempo nettamente distinti e separati da prati e torrenti, ora meno definiti grazie alle nuove strade che li collegano.
Gésgia costituiva una sorta di “centro del paese” e ospitava gli edifici principali della vita cittadina – come la chiesa parrocchiale, il cimitero, la casa comunale, la scuola, la stazione, la fontana – disposti lungo la vecchia strada carrozzabile.
Vinzótt era la frazione più appartata e rurale, prevalentemente abitata da contadini. Le case e le stalle (oggi magnificamente ristrutturate) sono addossate le une alle altre e collegate da stradine un tempo coperte da pergolati che ora si ritrovano solo in pochi punti.
Lüdínt è il nucleo più raccolto, in cui si ritrovano numerose testimonianze del passato, come l’antica tinaia, in cui è stata allestita una piccola esposizione che illustra la storia della viticoltura nella Bassa Vallemaggia. Molto suggestivi anche l’antico forno, il lavatoio e alcune case del ‘500 costruite nel tipico stile valmaggese e caratterizzate dal porticato a pianterreno, il loggiato al primo piano, i sostegni in sasso o in legno e con il lato più lungo della casa rivolto verso sud.
Il borgo di Maggia
Da Avegno si riprende l’auto fino a raggiungere Gordevio e poi il borgo di Maggia, dove ci fermiamo.
Si tratta di un altro piccolo paese che in tempi recenti si è notevolmente esteso, diventando il principale della valle e arrivando a ricomprendere anche le frazioni di Aurigeno, Moghegno, Lodano, Coglio, Giumaglio e Someo.
Nel nucleo originario del villaggio sono presenti diversi elementi che raccontano il suo passato, come le antiche fontane monolitiche in pietra, i grotti addossati alla roccia in cui si conservavano vini e altri prodotti e i vigneti, alcuni dei quali recentemente ripristinati.
A Maggia si trovano anche numerose chiese, tra cui spicca la parrocchiale di San Maurizio, caratterizzata da una scenografica scalinata tra le vigne, l’oratorio della Madonna del Carmelo, una piccola cappella dalla facciata barocca, e la cappella della Pioda, decorata da dipinti del 500 e ubicata su un poggio roccioso fuori dal centro abitato.
Se aveste voglia di fare una bella camminata, la cappella si trova su un sentiero escursionistico ad anello chiamato “Giro della Valle del Salto” che parte dalla parrocchiale di San Maurizio, attraversa il Ponte del Salto, un ponte a volta in pietra costruito tra il 700 e l’800 nei pressi della cappella, e prosegue per circa 8 km e 600 metri di dislivello tra boschi e maggenghi.
La Cascata del Salto a Maggia
Poco distante dal villaggio di Maggia, in un ambiente boscoso affascinante e selvaggio, si nasconde un vero tesoro della natura, noto come la Cascata del Salto.
Si tratta di una delle cascate più suggestive della Vallemaggia, uno spettacolare salto d’acqua che scorre fragorosa da una parete di roccia alta ben 60 metri, per tuffarsi in un’ampia e profonda piscina naturale.
Qui l’acqua assume una miriade di sfumature di colori, che vanno dal verde smeraldo al blu cobalto, a seconda di come i raggi vi si riflettono e oltre il velo spumeggiante dell’acqua la conformazione della roccia sembra nascondere una grotta.
La Cascata del Salto è un posto perfetto per fare il bagno, anche se non sono sicura si possa fare a causa del rischio di caduta di massi dall’alto. Quello che so per certo è che qui arrivano molti subacquei per fare immersioni: noi stessi li abbiamo incontrati e li ho invidiati moltissimo!
La cascata è facilmente raggiungibile dal centro del paese in una quindicina di minuti. Noi ci siamo arrivati dalla strada alle spalle dell’oratorio della Madonna del Carmelo, seguendo le indicazioni che vi faranno attraversare un piccolo vigneto da cui parte un facile sentiero tra i boschi. Si può partire anche dalla chiesa parrocchiale di San Maurizio, ma da qui non so darvi indicazioni precise.
Brontallo e le sue stalle
La strada che costeggia il fiume è un susseguirsi di piccoli e pittoreschi borghetti: Lodano, Coglio, Giumaglio, Someo, Boschetto. Ognuno ha la sua particolarità e varrebbe la pena fare una sosta in tutti ma, essendo il tempo tiranno, decidiamo di imboccare la strada che, seguendo il corso della Maggia, all’altezza di Bignasco piega verso destra attraversando la valle Lavizzara (andando verso sinistra si attraversa, invece, la Val Bavona).
Poco dopo il bivio, cattura la nostra attenzione un paesino abbarbicato a metà montagna e decidiamo di raggiungerlo. Lasciamo la strada principale e, seguendo i ripidi tornanti, risaliamo l’altura fino a raggiungere Brontallo, uno dei luoghi più particolari di questa magica valle.
Brontallo è un piccolo villaggio in cui il tempo sembra essersi fermato e, sì, so che è un modo di dire molto inflazionato, ma qui è davvero così. Camminando tra le antiche costruzioni in pietra sembra di stare in un museo a cielo aperto, circondati da realistiche scenografie, ma qui tutto è originale e ogni pietra racconta una storia.
Brontallo colpisce per l’ordine del suo tessuto urbano, che segue la difficile conformazione del territorio su cui sorge. Le abitazioni sorgono una accanto all’altra e sempre addossate alla montagna, mentre le aree più pianeggianti sono state adibite all’agricoltura, che dava sostentamento ai suoi abitanti. Ma il colpo d’occhio migliore è quello sulla zona delle stalle, un fitto e ordinato gruppo di baite in sasso con i tetti in piode, costruite proprio sotto la parete rocciosa.
Oggi molte di queste antiche costruzioni sono state restaurate e trasformate in case vacanza in cui trascorrere qualche notte circondati dalla storia.
Mogno e la Chiesa di Mario Botta
Riprendiamo la strada principale e andiamo sempre più su, fermandoci nel penultimo dei paesi della Valle Lavizzara: Mogno. Si tratta di un minuscolo abitato, un gruzzolo di baite circondate dai boschi a un’altitudine di 1180 m. s.l.m.
Proprio a causa della sua posizione, la storia di Mogno è segnata da inondazioni e valanghe che hanno fatto sì che il paese si spopolasse sempre più.
L’ultima calamità risale al 1986, quando una valanga si abbatté sul villaggio distruggendo 12 edifici e la chiesa di San Giovanni Battista, risalente al 1638.
Ed è proprio sulle rovine di questa piccola chiesa che ora ne sorge una nuova, che è stata capace di portare nuovo lustro a questo piccolo abitato.
Il nome è rimasto lo stesso, ma la struttura è davvero particolare, così come l’architetto che l’ha progettata: Mario Botta.
L’edificio, con la sua avveniristica forma cilindrica tagliata diagonalmente, spicca tra le tradizionali abitazioni in pietra attirando qui molti visitatori appassionati di architettura come la sottoscritta!
Sia l’esterno che l’interno si caratterizzano per l’utilizzo della pietra di provenienza locale, il marmo di Peccia e il granito della Vallemaggia che, insieme, formano un decoro a righe bianche e nero di grande effetto, creando dei bellissimi giochi prospettici.
Proprio di fronte alla moderna chiesa, e in forte contrasto con essa, si trova la “Tórbada da Mugn”, un’antica torba risalente al 1651 che venne abbattuta dalla valanga e subito ricostruita. È un bellissimo esempio delle tipiche costruzioni locali e per questo è iscritta nella lista dei monumenti storici e artistici del Canton Ticino.
Bignasco e le costruzioni sottoroccia
Il nostro itinerario in Vallemaggia è quasi giunto al termine ma, sulla strada del ritorno, ci fermiamo per un’ultima sosta a Bignasco, il villaggio che sorge sulla confluenza dei fiumi Bavona e Maggia, da cui si dipartono le valli secondarie, Bavona e Lavizzara.
Passeggiando per le strade di Bignasco si incontrano le vecchie case cinquecentesche del nucleo originario, due antiche torbe del ‘400 poggiate sui caratteristici “funghi”, il vecchio forno e due ponti in pietra che attraversano i fiumi, dove sorge anche la Chiesa Parrocchiale e l’Oratorio di San Rocco.
Ma la parte che stupisce maggiormente di Bignasco si trova sull’altra sponda della Maggia, oltre il nuovo ponte. Qui si incontra il piodau, una fascia di roccia da cui si sono staccati enormi macigni che si ergono in equilibrio solo apparentemente precario e alcune costruzioni sottoroccia, un fienile e una stalla, che sembrano sfidare le leggi della fisica!
Altra testimonianza del passato è la grà, una costruzione in pietra simile a una baita destinata all’essiccazione delle castagne, il cui nome deriva dal graticcio su cui venivano depositate le castagne e sotto cui si accendeva un focolare per farle essiccare. Le grà erano molto diffuse in questa zona, perché le castagne costituivano un alimento fondamentale della dieta del tempo, utilizzate come contorno e soprattutto per la produzione di farina, più economica di quella di grano.
Un’altra costruzione particolare, ancora visibile nel piodau, è la luera, un rarissimo esempio di trappola per lupi, costituita da una superficie di 100 mq racchiusa tra le rocce e i muri a secco.
La cascata grande di Bignasco
Prima di lasciare Bignasco non dimenticatevi di fare una sosta anche alla Cascata Grande, un’altra delle meraviglie naturali che caratterizzano la Vallemaggia.
È una spettacolare salto d’acqua, originato dalle acque del Ri Grande, alto ben 70 metri. La cascata è molto imponente, soprattutto dopo le piogge, e alla base crea una splendida piscina naturale su cui si riflettono i raggi del sole creando dei colorati arcobaleni.
La cascata si trova a due passi dal centro di Bignasco, alle spalle della piscina comunale e del parco giochi, quindi molto facile da raggiungere.
Qui sono disponibili anche dei BBQ e dei tavoli in pietra, perfetti per organizzare dei pic-nic.
Se aveste voglia di cimentarvi in una piacevole passeggiata di circa un’ora, potrete seguire le indicazioni per l’itinerario tematico “Via dell’Acqua”, un percorso circolare che vi condurrà alla scoperta delle luoghi storici di Bignasco e sui sentieri limitrofi.
Come raggiungere la Vallemaggia e come muoversi
Raggiungere la Vallemaggia in auto è molto semplice, dal momento che vi basterà seguire le indicazioni per Locarno da cui dista solo pochi chilometri. Ci viene da Milano dovrà oltrepassare il confine a Chiasso; chi viene da Torino seguirà la strada statale del lago Maggiore superando la frontiera tra Cannobio e Brissago; chi proviene dall’Alto Piemonte, come la sottoscritta, arriverà comodamente lungo la Strada Cantonale delle Centovalli (chiusa per lavori in questo periodo) o dalla Cannobina.
In ogni caso, ricordatevi di acquistare la “vignetta” per poter percorrere liberamente le autostrade svizzere.
La Vallemaggia è comodamente raggiungibile anche in treno grazie alla Ferrovia Vigezzina-Centovalli che ferma sia a Locarno che a Ponte Brolla.
Per muoversi tra i borghi e gli altri luoghi di interesse dalla Valle, oltre all’auto, potrete usufruire anche dell’autopostale che collega tutti i paesi delle valli, come indicato in questa cartina.
Alberto
Inserito il 15:18h, 21 AprileItinerario affascinante.!
Federica
Inserito il 17:20h, 23 AprileGrazie Alberto! Sì è davvero una bellissima zona e ovunque ci si fermi si incontra qualcosa di interessante.