Dove mangiare e bere (bene) a Pavia? L’Infernot
ilCercate un posto dove mangiare e bere (bene) a Pavia? Provate l’Infernot, un’enoteca con cucina nel centro cittadino in cui degustare degli ottimi vini naturali accompagnati da piatti e stuzzichini golosi e di qualità.
Il compleanno di un caro amico – un astigiano trapiantato a Pavia prima per studio e per amore poi – è stato l’occasione per conoscere un posticino davvero carino, uno di quelli che devo assolutamente condividere con voi tra i miei #bigliettidavisita.
Siamo a Pavia, nel centro storico. Costeggiamo il maestoso Duomo, attraversiamo Piazza della Vittoria gremita di giovani che tra una risata e l’altra sorseggiano cocktail e bottiglie di birra; imbocchiamo via Mascheroni e dopo qualche passo ci ritroviamo davanti a due vetrine ad arco su cui campeggia un’insegna bianca su fondo nero.
Siamo all’Infernot.
Il nome di questo locale la dice lunga su cosa aspettarsi; sapete cosa significa?
L’infernot è una costruzione tipica del Monferrato – riconosciuta addirittura come patrimonio dell’umanità dall’Unesco – un anfratto scavato nella roccia arenaria in cui si conservano i vini già imbottigliati in un ambiente privo di luce naturale e areazione.
Avrete quindi capito che all’Infernot di Pavia è il vino a farla da padrone.
Nata nel 2011, questa enoteca è già diventata un vero punto di riferimento per gli abitanti della zona ma per noi “stranieri” è una vera chicca da scoprire e soprattutto da bere.
Quindi, nel caso capitiate in zona e cerchiate un posticino dove mangiare e dove bere a Pavia questo è l’indirizzo che fa al caso vostro!
Ecco cosa troverai in questo articolo:
La mente e l’anima dell’Infernot
Le enoteche, in questi anni, spuntano come funghi ma a renderle uniche sono le persone che il vino lo servono; ecco perchè comincio subito col raccontarvi di Manlio, proprietario, mente e anima dell’enoteca Infernot.
Dopo una decennale carriera nell’ambito della comunicazione e della pubblicità come art director decide di cambiare vita e di trasformare la sua passione per il vino in una vera e propria attività.
Oltre a berlo comincia quindi a studiarlo, diventando Assaggiatore ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) e sommelier AIS (Associazione Italiana Sommelier), e da qui il passo per l’Infernot è stato breve.
Manlio colpisce sin dal primo momento: faccia furbetta, sguardo curioso dietro a un paio di occhialini rotondi, capelli sale e pepe riccissimi e spettinati, foulard annodato al collo, gilet e “scarpe con dita” decisamente sui generis; creativo nell’aspetto oltre che per mestiere.
Ma la vera magia la fa quando parla. Di cosa? Ovviamente di vino!
Manlio non serve il vino, lo porta in scena.
Le sue parole danno forma a quell’insieme confuso di sensazioni, odori e sapori che affollano la mente di noi comuni bevitori e a cui cerchiamo inutilmente di dare un nome: morbidezza, rotondità, bouquet, mora, minerale, legno, muschio e così via.
Accanto a persone come lui ci si rende conto di quanto il nostro archivio sensoriale sia limitato e ineducato e di quanto sia ricco, ampio e variegato ogni sorso di vino.
Ma oltre all’ammaliante (e un po’ snob) lessico del vino che tutti gli intenditori padroneggiano, a colpire e affascinare sono la passione e l’entusiasmo che accompagnano ogni sua parola. Impossibile non farsi trasportare in questo variegato e profumato universo!
I vini dell’Infernot
Non sto a dilungarmi raccontandovi dei vini presenti sulla carta perchè sono davvero tantissimi!
Sappiate però che all’enoteca Infernot troverete un filo conduttore che contraddistingue l’intera offerta: la naturalità.
La filosofia dell’Infernot è infatti quella di proporre vini di piccole cantine, produzioni ristrette e non commerciali, provenienti da agricolture biologiche e caratterizzate anche da un processo di vinificazione naturale.
La “bontà” di questi vini è determinata solo dai cicli della natura e dalle materie prime che non vengono trattate in vigna e nemmeno in cantina, lasciando che la fermentazione avvenga in modo spontaneo, senza aggiunta di lieviti, solfiti, additivi o altri elementi atti a modificare l’essenza delle uve che lo compongono.
Ammetto che il mio naso e il mio palato non sono abbastanza raffinati da percepire la differenza tra i vini naturali e non ma la filosofia mi piace molto!
La cucina
Ho esordito proponendovi un posto dove mangiare e bere a Pavia quindi parliamo anche di cibo!
Il menù prevede un’ampia selezione di salumi e formaggi provenienti da tutt’Italia, prodotti ricercati e di alta qualità.
Ma oltre ai classici taglieri, la cucina propone anche alcuni piatti che cambiano in base alle serate e all’estro del cuoco.
Sono spesso presenti nel menu i crostoni sostituiti l’altra sera da piccoli panini farciti con salumi, verdure, formaggi e anche un ottimo salmone, tutti molto saporiti e gustosi.
Oltre a questi stuzzichini abbiamo ordinato anche qualche “piatto del giorno”, come la tartare di fassona con verdure, i gamberi lardellati e le saporitissime polpette di mortadella.
La soluzione migliore ovviamente è quella di scegliere cosa mangiare e facendosi consigliare da Manlio i vini in abbinamento, magari optando per diversi calici che ben accompagnino il sapore delle vostre pietanze.
D’altronde chi meglio di un sommelier potrà consigliarvi?
Ma mi stavo dimenticando del dolce! È solo uno ma sublime: torta al cioccolato con scaglie di sale.
Come vedete mi ci sono avventata prima di fare la foto 🙂 A volte la gola prevale sul mio essere blogger!
L’ambiente
Manlio ha creato l’Infernot a sua immagine e somiglianza e l’ambiente infatti è informale, giovane e simpatico.
I soffitti in legno e gli archi sono i primi elementi che caratterizzano l’enoteca, seguiti dalle bianche pareti su cui stanno in bella mostra i vini, comodamente adagiati su rastrelliere in ferro dallo stile industriale.
I tavoli in ferro e legno sono pochi e ben distanziati l’uno dall’altro, circondati da strette sedie in legno – queste non troppo comode! – mentre dal soffitto pendono esili lampadari e calici di vino.
Uno stile minimale e moderno ma al contempo caldo e accogliente, che ben si adatta ad una cantina.
Degustazioni alla cieca
Agli amanti del “brivido” consiglio di provare una degustazione alla cieca. L’avete mai fatta?
Manlio sceglierà a sua discrezione una bottiglia che verrà servita ai commensali in calici neri che impediscono di vederne il contenuto.
Privati del senso più sviluppato e utilizzato vi ritroverete ad aguzzare tutti gli altri, nel tentativo di identificare quantomeno il vitigno del vino che state bevendo.
Sembra facile vero? Vi assicuro che non lo è affatto a meno di essere dei bevitori provetti.
Certo, il rischio è di ritrovarsi a sorseggiare un vino che forse non sarà tra i vostri preferiti ma sarà comunque un gioco molto piacevole e un’esperienza intensa che vi obbligherà ad ascoltare le vostre sensazioni e a scavare nella vostra memoria sensoriale, assaporando ogni sorso in un modo del tutto nuovo, più attento, pensato e ragionato.
Volete sapere come ce la siamo cavata noi?
Figuratevi che in 6 abbiamo avuto difficoltà a capire se fosse un bianco o un rosso!
Alla fine si è rivelato essere un Orange, vino prodotti da uve bianche attraverso una macerazione prolungata; al vitigno non ci siamo nemmeno avvicinati!
Chissà se sarete più bravi?
Direi che non vi resta che provare!
Sara C.
Inserito il 13:17h, 03 MaggioGrande che sei stata da Manlio! Ottimo… il salmone, mamma mia! E le polpettine, adoro. Ci si arriva da Milano comodissimi anche in treno, così non c’è il pensiero della guida: dieci minuti di passeggiata dalla stazione di Pavia, oltretutto quasi completamente area pedonale. Vale il giro!
Federica
Inserito il 08:44h, 04 MaggioAhaha! Vero, per noi milanesi è molto comodo!
Ovviamente noi abbiamo optato per la macchina perchè Marco è allergico al treno ma devo dire che per la prima ho dovuto tenerlo sveglio perchè si sa che il vino fa calare la palpebra! 🙂
Francesca
Inserito il 20:02h, 05 MaggioBellissimo l’articolo, l’Infernot è una certezza a Pavia e tu sei riuscita a rendere l’anima del locale.
Mi associo a te, super consigliato. Visti i pochi tavoli è meglio prenotare per il sabato
Federica
Inserito il 19:01h, 06 MaggioEcco una pavese! Mi fa molto piacere sapere di essere riuscita a trasmettere lo spirito del locale 🙂
Brava ad averlo ricordato: prenotare è meglio!
Raffaella
Inserito il 14:03h, 06 MaggioMi piace molto questa sezione del tuo blog. Non solo mi fai scoprire dei luoghi interessanti, ma dedichi davvero molta attenzione nel trasmettere le sensazioni che hai provato e ti riesce benissimo! Questo posticino a Pavia mi incuriosisce molto, sono un’amante del vino e l’idea di una degustazione bendata mi stuzzica. Confesso però che l’Orange non l’avevo proprio mai sentito prima! Ho degli amici che vivono in zona e la prossima volta che andrò a trovarli proporrò loro una visita all’Infernot.
Federica
Inserito il 18:43h, 06 MaggioGrazie Raffaella! Il tuo complimento mi fa davvero piacere!
Gli orange sono stati una novità anche per me… ne avevo già bevuti ma essendo più “chiari” dei rossi li associavo ai bianchi.
Il sapore invece è tutto un’altra cosa infatti io lo avevo scambiato per un rosso. Non credo di avere un futuro come assaggiatrice 🙂