Bucarest, sulle tracce del comunismo

Piazza della Costituzione a Bucarest

Bucarest, sulle tracce del comunismo

Itinerario sulle tracce del comunismo a Bucarest, alla scoperta dei luoghi simbolo della dittatura di Ceaușescu e della rivoluzione.


Quando si pensa a Bucarest da un punto di vista turistico, la prima cosa che viene in mente è solitamente il Palazzo del Parlamento.
Di Bucarest si conosce poco, ma quasi tutti ricordano il Parlamento. È l’Attrazione (con la A maiuscola) di questa città e ne è diventata l’icona, come la Tour Eiffel per Parigi, il Colosseo per Roma o la Statua della Libertà per New York.
Il Parlamento è indubbiamente una delle cose da visitare assolutamente a Bucarest e io non mi sono tirata indietro.
È il simbolo di un periodo importante e controverso della storia romena (chissà se Ceaușescu ne andrebbe fiero), e aiuta noi turisti a comprenderne, almeno in parte, la portata storica e sociale.
Durante il mio soggiorno ho scoperto, però, che ci sono anche altri luoghi fondamentali e rappresentativi di quel periodo ed è di questi che vorrei parlarvi in questo articolo, proponendovi un piccolo itinerario sulle tracce del comunismo.

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Il Parlamento di Bucarest

Il parlamento di Bucarest può essere definito come il palazzo dei record: è la struttura più pesante al mondo, il secondo edificio amministrativo più grande (il primato spetta al Pentagono), il terzo per volume e anche uno dei più costosi al mondo, sia in fase di costruzione che di mantenimento, per la gioia dei contribuenti!
A volerlo fu Ceaușescu, con un triplice intento: riunire i principali apparati governativi in un unico palazzo, costruire un luogo sicuro in cui rifugiarsi in caso di eventi sismici (Bucarest fu devastata dal terremoto del 1977) e di attacchi nucleari, incarnare la potenza del regime agli occhi del mondo.
Per la sua realizzazione indisse un concorso che si aggiudicò l’architetto Anca Petrescu, una giovane donna di soli 28 anni il cui principale merito fu di aver presentato il progetto più gigantesco. Inutile negarlo: per gli uomini le dimensioni contano eccome!

 

Il palazzo del Parlamento sorge in posizione rialzata, su quella che un tempo era chiamato Uranus District, un quartiere storico che si sviluppava sulla collina vicino al fiume Dâmboviţa, caratterizzato da strette strade di ciottoli e dalle tradizionali casette basse romene e abitato dalla borghesia del tempo, costituita da commercianti, artigiani e piccoli imprenditori.
Dopo il terremoto del ‘77, Ceaușescu commissionò diversi studi per trovare il luogo più adatto e sicuro in cui far erigere il suo palazzo e Uranus ne risultò lo sventurato vincitore. L’intera zona fu, infatti, devastata. Vennero abbattuti edifici, chiese e ospedali e gli abitanti furono “ricollocati” per far posto al gigante. Si calcola che sia stata rasa al suolo un’area pari a 1/5 della superficie di Bucarest che, per fare un confronto pratico, equivale alla superficie di Venezia!
Nella sua consueta follia, pretese che il palazzo fosse ultimato nell’arco di soli due anni e per riuscirci face lavorare circa 700 architetti e 20.000 operai su turni di 24 ore al giorno (come vorrei facessero così anche per la metropolitana di Milano…).
Nonostante i “suoi” sforzi, complice anche l’inesperienza del giovane architetto capo e dei continui ripensamenti del leader stesso (pare che abbia fatto ricostruire più volte intere scalinate perché non si adattavano alle dimensioni dei suoi piedi) la scadenza non fu rispettata e il leader non riuscì nemmeno a vederlo ultimato.

 

Visitando gli interni ci si rende conto della famigerata megalomania di Ceaușescu: ne sono un esempio la dimensione degli studi privati del leader e della moglie Elena, grandi quanto un piano dell’Ikea (rispettivamente 462 mq e 378mq), o i due scaloni in marmo da cui immaginava di fare il suo ingresso trionfale durante gli eventi pubblici. E, sempre parlando dimensioni, ne fece realizzare due, uno per sé e uno per Elena, perché essendo un umetto basso gli scocciava stare troppo vicino alla moglie, alta quanto lui!
E poi ci sono le altre sale, completamente rivestite di marmo, tutto proveniente dalla Romania, le ricche decorazioni, gli stucchi, l’oro scintillante, gli spazi smisuratamente grandi e le colonne smisuratamente alte e massicce. Sì, qui è tutto smisurato!
Per non parlare dell’esterno. Guardare l’edifico dall’immensa piazza della Costituzione mette in soggezione e non si riesce nemmeno a intuire dove sia ubicato l’ingresso perché gli occhi non riescono ad abbracciare per intero questo gigante.
Alcuni dicono sia bellissimo, altri bruttissimo. Alcuni detestano ciò che rappresenta, altri lo vedono come il nuovo simbolo della democrazia. Alcuni vorrebbero demolirlo, altri preservarlo come testimonianza storica.
Difficile dire chi abbia torto o ragione e, personalmente, non riesco a decidermi. È tanto, troppo, ed è un po’ un’accozzaglia di stili, ma è indubbiamente spettacolare.
A mio parere è uno dei luoghi più densi di significato della città e, in quanto tale, andrebbe preservato. Sicuramente è una delle cose da vedere a Bucarest, per rendersi conto e toccare con mano cosa siano stati il comunismo e la dittatura di Ceaușescu in Romania.

 

Visitare il parlamento di Bucarest

L’accesso al parlamento di Bucarest è consentito solo con visite guidate, disponibili ad orari prestabiliti, anche in italiano.
Ci sono diverse tipologie di tour, con durata e tariffe differenti, che prevedono la visita delle sale interne, oppure anche delle terrazze o dei sotterranei.
Il sistema di prenotazioni è decisamente anacronistico perché bisogna chiamare il giorno prima della visita e prenotare un tour. Niente prenotazione online o via mail e niente conferme: bisogna solo sperare di trovare posto!
Essendo un edificio governativo, all’ingresso vi verrà chiesta la carta di identità o il passaporto a cui seguirà il controllo al metal detector.
L’ingresso si trova sul lato destro, guardando la facciata principale da Piazza della Costituzione; da qui, considerate un quarto d’ora a piedi per arrivarci e almeno un altro quarto d’ora per ritirare i biglietti su cui altrimenti perderete il diritto di prenotazione.

 

Palatul Primăverii, l’ex residenza di Ceaușescu

Un’altra tappa imperdibile per ripercorrere la storia e i luoghi simbolo del regime di Ceaușescu è Palatul Primăverii, che fu la residenza della coppia presidenziale per oltre vent’anni.
Il nome Primaverii ha origine dall’omonimo quartiere in cui si trova, una zona residenziale molto chic di Bucarest in cui risiedevano, e risiedono ancora, gli alti esponenti del partito e del governo, a cui oggi si aggiungono le sedi di consolati e ambasciate straniere.
Vista da fuori sembra una villetta, ma non fatevi ingannare dall’aspetto esteriore perché è davvero enorme.
Gli interni sono completamente arredati con i mobili originali, che sono miracolosamente stati conservati nonostante i giorni di disordine seguiti alla rivolta di dicembre e il disuso della villa per moltissimi anni (la residenza è stata aperta al pubblico solo nel 2016).
Durante la visita non viene raccontato molto della personalità politica di Ceaușescu preferendo, invece, dare risalto alle sue abitudini quotidiane, alle sue manie e paranoie – come quella di essere avvelenato – e allo stile di vita della famiglia.

 

Come per il Parlamento, anche riguardo alla casa di Ceaușescu avevo letto diversi commenti negativi, secondo cui sarebbe il regno del kitsch e del cattivo gusto e in quanto tale inutile da visitare; un giudizio che non condivido, dal momento che non ci si va per scoprire gli ultimi trend dell’interior design.
Io l’ho trovata una residenza elegante e raffinata, tenendo in considerazione le differenze del gusto romeno rispetto al nostro e l’epoca in cui è stata utilizzata e che notoriamente non brilla per eleganza. L’insieme è quindi un po’ pacchiano, ma tanto nessuno deve andarci a vivere!
A prescindere dal gusto personale, ciò che colpisce, offende e genera invidia è la ricchezza della residenza e il livello di comfort a cui erano abituati, in netto e fastidioso contrasto con la situazione di povertà e disagio che dilagava in Romania.
Nulla di straordinario quando si parla di re e regine, ma che fa decisamente arrabbiare pensando all’ideologia politica sostenuta dai coniugi Ceaușescu e alle condizioni in cui versavano la nazione e il popolo romeno.
Il bagno d’oro è la stanza che suscita le maggiori polemiche anche se, in realtà, di oro massiccio non c’è nulla; ho trovato più eccessivi il giardino d’inverno e la piscina olimpionica al piano interrato.
Per non parlare del guardaroba della signora Ceaușescu che vantava migliaia di capi di vestiario, o la spa, degna di un hotel di lusso degli anni ’80!

 

Insomma, un luogo che fa sorridere, stupire, ma soprattutto riflettere sulle differenze sociali e sulla disparità che regnavano in Romania e continuano a regnare ovunque nel mondo, anche ai nostri giorni.
La sensazione che ne ho ricavato è quella di trovarmi nella casa di due parvenu, una coppia di persone assolutamente normali, nate nella povertà e nell’ignoranza, a cui va il merito (o la capacità, o la fortuna, non so) di essere riusciti a soggiogare un’intera nazione per anni.
La loro è stata un’impressionante scalata verso il potere e il successo, che li ha portati ad ottenere un ruolo difficile da mantenere. Una posizione di cui, forse, non si sono mai sentiti pienamente all’altezza e che avevano continuamente bisogno di legittimare, dando continua mostra di sé.
E questo senso di inadeguatezza potrebbe anche spiegare i titoli autoattribuiti e autocelebrativi che si davano (lui si nominò Genio dei Carpazi, mentre Elena, che poteva vantare la quarta elementare, fu investita di una gran quantità di lauree honoris causae), le dimensioni delle loro residenze e lo sfoggio di ricchezze.
In fin dei conti, ogni essere umano ha le proprie insicurezze, anche quelli più potenti.

 

 

Visitare l’ex residenza di Ceaușescu

La visita alla residenza può essere fatta solo attraverso tour guidati in lingua inglese, romena e francese su richiesta.
Vengono offerti due tipi di tour, quello standard e quello privato.
Il primo, che ho fatto io, si fa in gruppo e il numero di persone è un po’ eccessivo, soprattutto considerando gli spazi interni che obbligano a rimanere a distanza dalla guida perdendo alcune spiegazioni. In alternativa organizzano tour privati che, oltre a dare accesso ad ulteriori stanze e ai sotterranei, immagino siano anche meno affollati, a fronte però di un costo di 40€ a persona.
L’ex residenza di Ceaușescu si trova in una zona di Bucarest abbastanza distante dal centro e quindi scomoda da raggiungere a piedi. L’alternativa sono i mezzi pubblici o, come ho fatto io, Uber che per 3 o 4€ vi porterà a destinazione in un baleno.

 

Piazza della Rivoluzione

Un altro luogo fondamentale per ripercorrere i luoghi emblematici della dittatura di Ceaușescu è Piazza della Rivoluzione, il luogo in cui, come suggerisce il nome, la folla gli si rivoltò contro al grido di “Timișoara!”, inneggiando alla rivolta che qualche giorno prima era stata sedata nel sangue nella città, decretando la fine del suo regime.

Una rivoluzione più di nome che di fatto, che nasconde un golpe finemente pianificato dai membri del governo stesso, nell’intento di rovesciare il regime ed evitare una vera e propria rivoluzione.
Era il 21 dicembre del 1989. Le riprese video mostrano Ceaușescu, sempre affiancato dall’inseparabile moglie Elena, affacciato al balcone della ex sede del Comitato Centrale del Partito Comunista (un altro palazzo immane), pronto a fare l’ennesimo discorso sulla florida situazione della Romania, promettendo addirittura aumenti di salari, pensioni e aiuti sociali, e condannando gli eventi di Timișoara, che attribuì a mercenari e antisocialisti desiderosi di distruggere la nazione, la libertà e l’indipendenza romena.
La folla esulta, ma per le strade si diffonde il malcontento e in breve tempo la manifestazione per il popolo si trasforma in una rivolta contro il dittatore.
Le riprese vengono interrotte per non mostrare il leader in difficoltà, mentre i suoi uomini lo fanno rientrare. Lo si rivede poi di sfuggita, sul tetto dell’edificio, raggiungere l’elicottero per scappare.
Una fuga che si rivelò molto breve e che condusse i dittatori (lei era forse peggio di lui!) nella fossa dei leoni, una base militare a Târgoviște in cui i coniugi trascorsero i loro ultimi momenti di vita prima del processo.
Un processo farsa, durante il quale, in circa un’ora, vennero giudicati i 25 anni della loro leadership, che si concluse con una sentenza di morte emessa a priori.
I Ceaușescu vennero portati fuori dall’aula e immediatamente fucilati dal plotone di esecuzione già pronto con i fucili spianati.
E fu così che, dopo soli quattro giorni dagli avvenimenti di Piazza della Rivoluzione, si spensero le vite di due persone che per 25 anni avevano dominato con pugno di ferro un’intera nazione, mettendo un punto a un pezzo della storia della Romania. Era il 25 dicembre 1989.
Un periodo che è davvero difficile giudicare perché le voci e i pareri degli stessi romeni sono molto diversi – alcuni lo denigrano, altri lo compiangono e rimpiangono – e perché non è facile riuscire a vedere la luce e la verità nascosta tra la propaganda di ambo i lati.
Quello che è certo è che il 25 dicembre 1989 sia una data che ha cambiato il corso degli eventi di un Paese che, ancora oggi, fatica a trovare il suo posto nel mondo.

 

Tour guidati e mostre sul comunismo

Una cosa che mi ha abbastanza colpito è il fatto che a Bucarest non ci sia un museo che racconti la rivoluzione romena e tanto meno il periodo della dittatura di Ceaușescu. E in questo rivedo la stessa volontà di nascondere o mettere la testa sotto sabbia che mi fa imbestialire qui in Italia riguardo al fascismo.
L’unico modo per apprendere qualcosa in loco su questo periodo è partecipare a uno dei tanti tour a tema che vi condurranno in alcuni dei luoghi simbolo, e che più o meno corrispondono a quelli che vi ho appena citato.
A tal proposito, vi suggerisco il free walking tour di Walkabout Tour intitolato “From Monarchy to Communism”.  Io, per questioni di orari, ho potuto partecipare solo a quello generico su Bucarest e mi sono trovata bene; l’unica pecca è stato l’eccessivo numero di persone. I tour sono disponibili solo in inglese o spagnolo.
In alternativa, ho trovato tour molto interessanti anche su Getyourguide, alcuni dei quali disponibili in lingua italiana.

Vi segnalo anche due esposizioni interessanti che ho trovato al momento della mia visita (dicembre 2019) che, però, temo siano temporanee e realizzate in occasione dell’anniversario dei 30 anni della caduta del regime.
La prima, più completa e forse anche duratura, è quella allestita all’interno della fermata della metropolitana Universitate, che mostra attraverso immagini e testi gli eventi e le rivolte di Timișoara e Bucarest.
La seconda è più che altro una raccolta di fotografie delle rivolte affisse sui cancelli del palazzo reale ubicato proprio in piazza della Rivoluzione, affiancate da semplici fogli A4 su cui sono stampati i nomi e la data della morte dei rivoltosi che vi hanno perso la vita.

 

Per concludere questo itinerario sulle tracce del comunismo e della dittatura di Ceaușescu vi suggerisco di gironzolare per le strade di Bucarest alla ricerca delle famose chiese spostate e dei bloc, i palazzoni di cemento disseminati per la città, di cui vi ho già parlato nel precedente post su Bucarest e sui motivi per cui vale la pena visitare la capitale romena.


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2 Comments
  • Silvia The Food Traveler
    Inserito il 14:41h, 01 Febbraio Rispondi

    C’è sempre un rapporto ambivalente con la storia, in questi casi. Come capita anche in Bulgaria, per esempio, i busti e le statue degli ex leader socialisti spesso sono relegati in “musei” che altro non sono che cortili nascosti in qualche periferia.
    Ricordo quella sera del 1989 anche se ero poco più che un bambina, ma certe immagini hanno il potere di rimanere impresse nella mente per sempre.
    Ho sentito tanti pareri discordanti sulla villa del Genio dei Carpazi (non sapevo che si facesse chiamare così) ma in ogni caso vorrei visitarla perché secondo me è un modo per rendersi conto delle assurdità e delle disparità di quell’epoca.

    • Federica
      Inserito il 10:14h, 02 Febbraio Rispondi

      Ciao Silvia!
      Io della storia romena conoscevo davvero poco ma visitare questi luoghi mi ha aiutata a capire alcune situazioni che sono ancora molto attuali. D’altronde viaggiare è un’occasione unica per crescere, allargare i propri orizzonti e le proprie conoscenze e in questo senso per me la Romania è stata una vera scoperta.
      La loro è una storia molto controversa che mi piacerebbe davvero poter approfondire e spero di avere presto altre occasioni per farlo.
      È stato un viaggio che mi ha dato molto e che per questo mi sento di consigliare a chiunque!

      In questo senso la Romania è stata un (e avrei acnoIo ho trovato i luoghi che ho elencato molto interessanti perché consentono di conoscere meglio personaggi ed eventi che hanno segnato la storia del 900 e soprattutto nel caso della Romania è una storia vicina a noi sia in termini cronologici che spaziali visto che è un paese

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